lunedì 12 dicembre 2011

Christopher Meyer a "General Hospital"; James Franco; Brian Frons via dall'ABC; il futuro delle soap opera secondo Cady McClain




Da gennaio il modello Christopher Meyer entrerà a far parte del cast fisso di “General Hospital” nel ruolo di TJ, un ragazzo ribelle orfano di padre.
Riferendosi alla sostituzione di Jill Farren Phelps con Frank Valentini al timone di “General Hospital”, James Franco ha dichiarato che “Anyone in Soaps would be a fool not to want to work with her” (“Nessuno nel mondo delle soap sarebbe così pazzo da non voler lavorare con lei”). Con questa frase però Franco si è attirato le critiche degli spettatori che ritengono la Phelps colpevole di aver distrutto la soap allontanando interpreti amatissimi (Anna Lee, Genie Francis, Brad Maule, Stuart Damon solo per citarne alcuni) e realizzato trame che ne hanno profondamente alterata l’anima.

Nel teleromanzo l’attore è apparso ben tre volte nel ruolo dell’artista Franco: la prima nel 2009, poi nel marzo e settembre 2011. Questa partecipazione non ha mai fatto registrare un aumento degli ascolti, né emozionare i fans che la ritengono soltanto una parentesi lavorativa dal cinema per soddisfare il suo ego. Inoltre contestano le vicende che l’hanno visto coinvolto, estranee alla continuità dello sceneggiato.
(Nell’immagine in alto una scena di “General Hospital” con James Franco).
Dal prossimo gennaio Brian Frons lascerà la presidenza di ABC Daytime per assumere quella di Times Square Studios, una nuova divisione produttiva sempre appartenente al network con l’obiettivo di supervisionare talk/reality già esistenti e di crearne dei nuovi nell’area lifestyle/salute per il daytime e le syndication. Sotto il controllo della società rientrerà anche “General Hospital”, l’unico show non reality che dal 2012 sarà presente all’interno della programmazione pomeridiana dell’ABC.

La notizia dell’allontanamento di Frons ha colto di sorpresa gli americani che lo auspicavano già da tempo. E’ responsabile, infatti, della cancellazione di “Port Charles”, “La valle dei pini” e “Una vita da vivere” e sarà ancora lui a decidere le sorti di “General Hospital”. Una curiosità: Frons fu anche l’artefice della doppia eliminazione dai palinsesti di “Aspettando il domani” quando era a capo prima della CBS Daytime (1982) e poi della NBC Daytime (1986).



Attraverso la sua pagina Facebook, ancora una volta Cady McClain (ex-Dixie Chandler “La valle dei pini”; ex-Rosanna “Così gira il mondo”) è tornata a scrivere sulla vicenda di Prospect Park.
Secondo l’attrice la società ha utilizzato il consenso raccolto in quarant’anni dalle soap opera ABC solo per attirare l’attenzione degli investitori, per poi dirottarla su altri progetti più economici. Non ritiene quindi plausibile le dichiarazioni del management di Prospect Park che imputano la loro mancata produzione web al rifiuto dei sindacati degli attori e sceneggiatori di accettare tagli ai compensi. Anzi le persone da lei interpellate hanno confermato la volontà di continuare a trattare. Inoltre l’ha anche accusata di essere sempre stata a conoscenza che il pubblico de “La valle dei pini” e “Una vita da vivere” ha un’alta età media, poco incline ai consumi e all’uso di internet. Non doveva, perciò, addebitare anche al loro basso profilo sociale il fallimento dell’operazione. Infine esprime la delusione per il trattamento riservato ad Agnes Nixon, illusasi che i suoi “figli” potessero continuare a vivere.

Nel post la McClain stila anche una serie di idee per favorire la produzione cheap dei teleromanzi sulla rete. Tra le più importanti segnaliamo:
1)      Disporre di un unico studio con tutti set fissi, ma non a Manhattan;
2)      Registrare scene più lunghe;
3)      Girare un solo episodio al giorno per così evitare di fare e pagare straordinari;
4)      Utilizzare una troupe composta da pochi addetti;
5)      Avere sotto contratto un numero limitato di attori, tutti retribuiti con lo stesso compenso. Gli spettatori acconsentirebbero anche di non rivedere tutti i propri beniamini se la qualità della storia rimanesse elevata.

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