lunedì 12 dicembre 2011

I “misteri” di Canal One


C’è una piccola, anzi piccolissima, emittente che da settimane fa parlare di sé: è Canal One, appartenente al gruppo Switchover Media.
Costituita con una vocazione generalista, ultimamente la rete si è distinta per repentini cambi di programmazione che l’hanno portata ad assomigliare sempre di più a una Fox Retro in chiave comedy. Infatti, oggi, il palinsesto si compone principalmente di lunghe maratone dei telefilm-cult “I Robinson”, “Arnold” e “I Jefferson” che allietano gli spettatori dalle 14,00 sino all’una di notte, per poi cedere la linea al game-show d’importazione “Wipe Out – Pronti a tutto”.
Il primo mistero riguarda proprio la messa in onda delle sit-com, divisa tra assenza di paternità e salti di episodi.
Le sit-com sono proposte senza essere accompagnate dal logo del canale, come se fossero estranee dal normale flusso. Tale scelta è comprensibile quando si trovano su K2 e Frisbee, altre due TV del gruppo, i cui target e linee editoriali sono certamente differenti. Non lo può essere invece per Canal One, se vuol fare della generalità il suo punto di appeal.
La mancata trasmissione di puntate è il secondo x-files che contraddistingue l’emittente. La questione sarà legata a problemi relativi i diritti, ma è curioso che dai “Jefferson” siano scomparse le parti conclusive delle vicende divise in più episodi (ad esempio quelle dell’omicidio a cui assiste Louise o la fine della trasferta alle Hawaii). Per non parlare poi dell’undicesimo anno, di cui si sono viste solo le prime due avventure. Un altro enigma ruota anche intorno alla serie con Gary Coleman: da ottobre a dicembre non vi è stata traccia della quinta e ottava stagione, quest’ultima, per onor di cronaca, uscita dal magazzino soltanto otto giorni fa.


Il terzo è la brusca interruzione di “Febbre d’amore”. Inserita a sorpresa dal 23 ottobre, il ritorno del teleromanzo era stato salutato con entusiasmo dagli appassionati che potevano adesso godersi le puntate nella loro interezza, senza televendite e dimezzamenti che ne alienavano la visione su Retequattro. La collocazione fra le 19 e 22 era azzardata ma necessaria per darle quella visibilità negata dall’assenza di battage pubblicitario. Forse, sarebbe stato sufficiente prevedere al massimo due episodi consecutivi al mattino e non la solita maratona, più adatta alle sit-com perché lo spettatore può assistervi senza difficoltà mentre la perdita di scene di una soap può causare disinteresse.

Quarto e ultimo mistero: nel sito di Switchover Media Canal One non figura fra le televisioni della società. Un segnale che, se associato alla mancanza del logo per parte della giornata, sottolinea ulteriormente l’ipotesi della sua scomparsa a favore di un progetto dalla più spiccata identità.
Nonostante le ambiguità che la caratterizzano, Canal One consente di assistere gratuitamente a divertenti serie che, altrimenti, saremmo costretti a vedere solo dietro pagamento di un abbonamento. E chapeau al suo EPG, che permette di leggere il palinsesto di più giorni e non soltanto delle due ore successive come su quelli di network più blasonati.

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